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Dalla Strega di Freud alla nuova metapsicologia: come funziona la mente

Autore/i capitolo: Imbasciati A.

All’epoca di Freud la psicologia era essenzialmente e semplicemente una psicologia della coscienza: Freud, avendo inventato un metodo che gli aveva permesso di scoprire qualcosa di psichico che non era cosciente, doveva spiegare questo nuovo “inconscio”. Scrisse la sua Metapsicologia (1915): “meta”, cioè “al di là” della psicologia come era intesa a quel tempo.

Per spiegare ai contemporanei come potessero esistere processi psichici inconsci e come funzionassero, Freud, riprendendo quanto aveva intuito nella clinica dell’isteria e i concetti che aveva postulato sulla sessualità (1905), congegnò la sua “Teoria energetico-pulsionale”. Coniò il concetto cardine del “trieb”, la “spinta”, in tedesco, malamente tradotta con l’esoterico termine neolatino di pulsione, e ipotizzò che essa fosse costituita da una frazione di una energia non meglio definita che psicobiologica, la libido, promanante da alcune zone corporee dichiarate “erogene”.

Vi era in Freud l’idea implicita del suo tempo che il centro della mente doveva considerarsi comunque la coscienza, anche se si era scoperto l’inconscio, e pertanto egli pensava che le pulsioni avrebbero dovuto affiorare alla coscienza come affetti: con questa idea implicita doveva allora spiegare come mai i pazienti di fronte alle interpretazioni fossero così “resistenti” ad accettarle. Ipotizzò allora un ostacolo alla presa di coscienza dell’inconscio coniando il concetto di verdrangung, la “spinta indietro”, tradotto con “rimozione”. Di qui Freud costruì tutta la sua teoria sul funzionamento dell’inconscio e di tutta la mente.

La Metapsicologia di Freud decretò il successo della psicoanalisi: era in effetti una teoria chiara e relativamente semplice, formulata in base ad analogie con noti principi delle scienze dell’epoca. Tuttora nella cultura popolare si identifica la psicoanalisi nei concetti ivi descritti: pulsioni, libido, rimozione, zone erogene e così via. In realtà questa teoria era per Freud solo una ipotesi, tracciata sulle conoscenze dell’epoca, ma dai suoi epigoni fu considerata una effettiva scoperta e non una teoria ipotetica: a tutt’oggi la gente pensa che Freud abbia “scoperto” le pulsioni e la rimozione, la libido e via dicendo, salvo poi criticarne i concetti. Il progresso delle varie scienze della mente infatti, neuroscienze in primis, e della clinica psicoanalitica stessa smentiscono oggi le ipotesi di Freud. La contraddizione proviene dal fatto che i concetti teorici ipotizzati sono stati reificati e, presi come fossero scoperte, sono venerati nella memoria del maestro.

Il genio di Freud sta nell’aver fondato un metodo, che si è sviluppato permettendo il grosso attuale progresso della psicoanalisi clinica. Freud si rendeva ben conto che la sua teoria era solo un’ipotesi provvisoria: nei suoi tardi scritti (1932) la chiama La Strega, sottintendendo ironicamente il suo carattere promozionale, oltre che ipotetico. Oggi la psicoanalisi è enormemente cambiata, ma gli psicoanalisti non hanno esplicitato che la vecchia Metapsicologia non ha più congruenza con quanto gli stessi psicoanalisti praticano. Questa mancata esplicitazione, in nome di un religioso rispetto alla memoria del Maestro, nuoce all’immagine della psicoanalisi nell’attuale società. Occorre oggi una nuova metapsicologia: il merito di Freud non ne viene affatto sminuito, dopo cent’anni dalla “Strega”, malgrado le resistenze e le idealizzazioni delle Istituzioni psicoanalitiche.

L’autore, utilizzando le sue molteplici competenze, di psicoanalista, psicologo sperimentale, neuropsichiatra infantile, delinea in questo testo una nuova spiegazione di come riesca, si strutturi, si sviluppi e funzioni la mente umana, dal feto all’età adulta. Si illustra in particolare una evoluzione della psicoanalisi nella prospettiva di una integrazione con le altre scienze della mente: scienze cognitive, comportamentali, Teoria dell’Attaccamento, Psicologia Clinica Perinatale, neuroscienze. Su questa base viene formulata e illustrata una nuova metapsicologia di tipo psiconeurofisiologico, che può inquadrare ciò che oggi sappiamo su come funziona la mente.

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