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Fondamenti psicoanalitici della Psicologia Clinica

Autore/i capitolo: Imbasciati A.

Non pochi equivoci esistono a proposito di cosa si intenda per Psicologia Clinica e sui suoi collegamenti con la Psicoanalisi. Altrettanti sono gli equivoci sulla psicoanalisi stessa: si sente parlare di pulsioni, edipo, libido, superio, rimozione come fossero scoperte di Freud: in realtà non sono affatto “scoperte” bensì concetti con cui Freud tentò, coi mezzi di allora, di costruire una teoria -la sua Metapsicologia– con cui spiegare ciò che il suo geniale metodo di indagine aveva scoperto e descritto in campo clinico.

C’è una grande confusione su cosa si intenda per “scoperta” o piuttosto per “teoria” o per “metodo”. Così come si confonde la descrizione di un fenomeno con la sua spiegazione. Le scoperte restano, le teorie cambiano, il metodo si sviluppa. Così progredisce ogni scienza.

La psicoanalisi proprio in quanto progredita, non ha più bisogno delle “spiegazioni” teoriche di Freud. Ciononostante la teoria di Freud è stata considerata, e lo è ancora, come fosse una scoperta, e venerata come dottrina immutabile in nome del maestro. Le scoperte più ragguardevoli dopo Freud riguardano la continua costruzione di strutture psichiche, a cominciare dal feto, che avviene negli apprendimenti modulati dalle relazioni emotive inconsapevoli. Questo concetto coincide con quanto oggi sappiamo sulla maturazione neurologica.

Molti concetti clinico-descrittivi di Freud servono ancora, molti altri ne sono stati coniati, per descrivere ciò che avviene nella mente: per meglio spiegarlo occorre invece una teoria psicofisiologica, diversa da quella freudiana, compatibile con le attuali neuroscienze. In questo testo si propone una nuova teoria: la Teoria del Protomentale, base di una nuova metapsicologia, sviluppata dall’autore in altre sue opere. L’inconscio non necessita oggi di spiegazione, se non per chi crede ancora che la mente dovrebbe essere cosciente. La ricerca attuale verte invece sui processi psichici per i quali si forma quella variabilissima e individualissima capacità di sapere qualcosa di quello che sta facendo la nostra mente: la cosiddetta coscienza.

Questo testo criticando l’uso incondizionato che ancor oggi si fa della teoria freudiana, valorizza il metodo psicoanalitico nei suoi sviluppi e propone nuove chiavi di spiegazione dei processi psichici, integrando i contributi psicoanalitici post-freudiani con quelli delle scienze cognitive, della psicologia sperimentale, delle neuroscienze. In questa integrazione si prospetta una definizione di quella disciplina ufficialmente denominata Psicologia Clinica, nelle sue molteplici origini, derivazioni e sviluppi.

Indice

CAPITOLO 1 – La Psicologia Clinica e l’eredità di Freud
1.1 Psicoanalisi e Psicologia Clinica
1.2 Cos’è la psicoanalisi
1.3 Il travaso culturale della psicoanalisi
1.4 Chi è lo psicoanalista?
1.5 La psicoanalisi nell’arcipelago delle psicoterapie
1.6 La scienza psicoanalitica
CAPITOLO 2 – La persona umana nella sistematizzazione teorico-clinica di Sigmund Freud
2.1 L’uomo romantico, l’uomo scientifico, l’uomo sociale
2.2 L’uomo freudiano
2.3 La sessualità.
2.4 Il condizionamento del passato
2.5 L’anima spiegata dalla scienza
2.6 La psicoanalisi come scienza per migliorare l’uomo
CAPITOLO 3 – Lo scandalo di una scienza nuova
3.1 L’ideale positivistico di scienza
3.2 L’ostracismo sul fronte medico-biologico
3.3 Storia e sociologia della conoscenza sull’uomo
3.4 Una scienza per conoscere l’uomo
CAPITOLO 4 – La confusione delle scienze nuove
4.1 Il mito dell’oggettività.
4.2 I livelli della conoscenza scientifica e le scienze psicologiche
4.3 Strumenti della conoscenza scientifica: la mente dello psicologo clinico
4.4 Il difetto epistemologico di Freud
4.5 Scoperte e teorie: dalla psicoanalisi alla psicologia clinica
CAPITOLO 5 – Il metodo tra scoperte e teorie
5.1 Scoperte, modelli e teorie: la pulsione e l’ipostasi del vissuto
5.2 Le scoperte: l’inconscio dinamico
5.3 La scoperta del metodo
5.4 La resistenza
5.5 La relazione psicoanalitica: il setting
5.6 Il transfert
5.7 La sesta scoperta: l’analisi dei bambini
5.8 Il controtransfert
5.9 Scoperte e teorie per la Psicologia Clinica
CAPITOLO 6 – La trasmissione della psicoanalisi
6.1 La trasmissibilità di una scienza
6.2 L’analisi dell’analista
6.3 Supervisione e formazione: il gruppo degli analisti
6.4 Società psicoanalitiche e controllo della formazione
6.5 Scienza e dottrina
6.6 Trasmissione e diffusione della psicoanalisi
6.7 La formazione dello psicologo clinico
CAPITOLO 7 – La rivoluzione kleiniana e l’evoluzione della psicologia clinica
7.1 Gli epigoni di Freud e le scoperte kleiniane
7.2 L’oggetto interno
7.3 Affetto e cognizione del mondo
7.4 Seno buono e seno cattivo
7.5 Fantasia, oggetti interni e organizzazione cognitiva
7.6 La triangolazione: Edipo precoce?
7.7 Teoria della Relazione d’Oggetto: inconciliabilità con Freud?
7.8 Funzionamento schizoparanoide e funzionamento depressivo
7.9 La riparazione: fondazione e sviluppo di un’antropologia «diversa»
7.10 L’eredità kleiniana negli sviluppi della Psicologia Clinica
CAPITOLO 8 – Dalle teorie relazionali allo studio dei processi cognitivi
8.1 Teorie relazionali: il contributo di Winnicott alla Psicologia Clinica
8.2 L’opera di Wilfred Bion
8.3 L’origine del pensare
8.4 La clinica bioniana e il suo impatto nella formazione dell’analista: conseguenze per lo
psicologo clinico
8.5 Conoscenza e anticonoscenza: il «contenitore»
8.6 Pensiero e funzione depressiva: il contributo di Bion alla Psicologia Clinica
CAPITOLO 9 – La teoria del protomentale: proposta di una nuova metapsicologia
9.1 Occorre una nuova metapsicologia
9.2 Il sistema-mente
9.3 Uno schema generale del sistema-mente
9.4 L’origine delle strutture mentali
9.5 Il «seno» e gli oggetti interni come organizzazione di afferenze
9.6 Organizzazione in memoria e organizzazioni neurali
9.7 Processi di simbolizzazione
9.8 Psicologia Clinica: presente e futuro
Bibliografia
Indice analitico

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