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Imparare a imparare

18 Giugno 2024

Con l’avvento dei telefonini e di ogni altro mezzo telematico è invalso il costume generale, quasi obbligatorio, per cui in qualunque caso di necessità o curiosità, si richieda informazione ai mezzi telematici.

Se l’informazione riguarda eventi o altre disposizioni prestabilite dalle vigenti leggi, si ottiene quanto si desidera.

Ma se vogliamo sapere qualcosa di scientifico, che come tale è sempre in fieri, provvisorio quindi e soggetto a ipotesi, ciò che ci dice il mezzo telematico è apparentemente inesauribile e al contempo lacunoso e approssimativo.

Viene assimilato in modo distorto, creduto verace anche se soltanto immaginato, o anche solo se sognato, ma nello stesso tempo viene facilmente deformato, rifiutato o evitato.

Per esempio, se si vuole sapere qualcosa per la Fisica (dell’Universo sconosciuto, non quella insegnata a scuola), o per la stessa Filosofia, o per la Storia (non quella raccontata, ma la Ricerca Storica), o per le religioni, i costumi, la sociologia, o altro, si hanno illusioni e deformazioni fino a un delirio ovviamente non riconosciuto.

Si crede di sapere tutto, ma non si è imparato niente: non si è IMPARATO A IMPARARE. Per questo le giovani generazioni disprezzano la Scuola, credendo di poter sapere tutto con l'ausilio della tecnologia e quindi di sapere tutto. Si creano così gli estremisti fanatici e guerriglieri.

Un "delirio" si costituisce come insieme di idee credute vere, senza un effettivo confronto con la realtà. Un primitivo carattere piacevole e gratificante della fantasia delirante, attrae la persona che sarà poi confinata in un luogo dal quale non potrà uscire.

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