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[Tutti i volumi pubblicati]Il funzionamento e la microstruttura del cervello umano non sono dati dalla Natura, ma dipendono dai particolari apprendimenti che progressivamente vanno a costruire le reti neurali di quel singolo cervello.
In questo volume vengono ripercorsi i maggiori studi scientifici degli ultimi anni che, attraverso la sperimentazione delle neuroscienze, hanno dimostrato la validità delle scoperte cliniche della psicoanalisi, fornendone allo stesso tempo un importante aggiornamento. La clinica psicoanalitica di queste ultime decadi si è enormemente sviluppata, rivoluzionata nel suo metodo e soprattutto nella formazione dei nuovi analisti. Questo progresso è stato innescato dall’applicazione della psicoanalisi ai bambini e ai genitori nelle epoche perinatali e neonatali: in questo lavoro gli psicoanalisti hanno fruito degli sviluppi clinici della Teoria dell’Attaccamento.
Questo progresso è però ancora poco conosciuto.. (segue)
Il testo raccoglie alcuni contributi di un gruppo di studio che si è proposto di indagare se e come la psicoanalisi e l’epistemologia possano individuare l’ideologia eventualmente presente nelle istituzioni sociali e politiche e come essa possa infiltrarsi anche nelle stesse scienze e nella produzione scientifica che ne deriva.
All’epoca di Freud la psicologia era essenzialmente e semplicemente una psicologia della coscienza: Freud, avendo inventato un metodo che gli aveva permesso di scoprire qualcosa di psichico che non era cosciente, doveva spiegare questo nuovo “inconscio”. Scrisse la sua Metapsicologia (1915): “meta”, cioè “al di là” della psicologia come era… (segue)
La psicoanalisi è la teoria di Freud? E’ una teoria? O piuttosto una prassi, una tecnica psicoterapeutica. E’ una scienza? Che idea ha la gente comune della psicoanalisi? A livello di cultura generale v’è un’idea confusa e distorta circa la psicoanalisi: se ne conosce una vaga “teoria di Freud”. Ma che cos’è questa teoria? E’ quanto il Maestro compendiò più di cento anni fa nella sua Metapsicologia? La psicoanalisi …(Segue…)
Una ultracinquantennale esperienza in Università – studente, poi ricercatore, docente, responsabile di formazione di altri ricercatori – insieme a una quarantennale esperienza di psicoanalista testimoniano, in una raccolta di ricordi, la passione per la ricerca scientifica e l’amarezza di constatarne la lenta morte nello sfacelo dell’Università Italiana.
Nota è l’insorgenza di psicopatologie in età adolescenziale. Meno conosciute sono le ragioni remote che determinarono in epoca infantile un disturbo psichico silente, passato inosservato. In questo testo, col sottotitolo “Adolescenza di una psicopatologia” si vuol sottolineare come una patologia abbia la “sua” adolescenza, cioè il periodo in cui emerge nell’individuo che sta diventando adulto.
Molto tempo fa raccontavo ai miei bambini, e ad altri bimbetti coetanei loro amici, le favole che avevo inventato, e che poi da vecchio ho scritto, e altre che ho dimenticato. Le avevo inventate sulla base delle curiosità infantili e delle domande, talora definite imbarazzanti, che i bimbi, dai tre agli otto anni, rivolgono ai loro genitori, e che questi talora eludono, non sapendo bene cosa sia meglio rispondere: domande sulle funzioni del corpo, su come si nasce, soprattutto, su come si fanno i bambini, sul sesso proprio e altrui, su cosa fanno papà e mamma tra di loro e via dicendo. O anche domande sull’interno del corpo, proprio e altrui, sulle funzioni escretorie, ed altre, semplici e al contempo complesse, per le quali i genitori spesso trascurano l’importanza di una spiegazione adeguata, non tanto per chiarezza, quanto piuttosto per appropriatezza al contesto affettivo in cui il bimbo si decide a fare domande. (Segue)
La struttura individuale della mente umana viene a costruirsi sulla base della qualità delle relazioni che l’individuo poté avere nella sua prima infanzia.
In questi ultimi trent’anni le ricerche della Psicologia dello Sviluppo (in particolare l’Infant Research), della Psicologia Clinica, della Psicoanalisi, della Neuropsichiatria Infantile e delle Neuroscienze hanno evidenziato una convergenza nel dimostrare come i primissimi tempi della vita siano decisivi per la strutturazione della mente, nonché del cervello stesso.
Neuroscienze, Psicologia Sperimentale ed altre scienze psicologiche hanno ampiamente dimostrato come tutte le sensazioni e gli eventi corporei dipendano dal S.N.C., cioè delle strutture neuropsichiche che si sono costruite nel singolo individuo.
In queste ultime decadi la psicoanalisi infantile si è enormemente sviluppata, coniugandosi con le ricerche e le tecniche derivate dalla teoria dell’attaccamento e dando origine a varie e diverse Scuole di Psicoterapia. Queste centrate sui caregivers, quanto più il bimbo è piccolo, o anche neonato, o meglio l’oggetto della terapia è la relazione che può essere clinicamente e/o sperimentalmente osservata tra caregiver e bimbo. Ovviamente il veicolo principe della comunicazione che intercorre tra il terapeuta, o i terapeuti, e i “pazienti” non è la parola, come nella psicoanalisi degli adulti. Questo sviluppo ha permesso di accertare come l’effetto terapeutico, cioè ciò che fa cambiare le strutture mentali, anche per gli adulti, dipende dai messaggi affettivi veicolati nella comunicazione non verbale che costituisce una specifica relazione interpersonale. Ciò ha portato alla scoperta dell’importanza e della complessità della relazione interpersonale come situazione psichica strutturante. L’effetto strutturante, che non è semplicemente psichico ma anche neurale, è di fondamentale rilievo per la maturazione del cervello dei bambini. Il concetto di maturazione cerebrale è oggi cambiato: esso dipende dagli apprendimenti relazionali primari. L’effetto strutturante (segue)